27 settembre 2019 – Giornata a Lovere

Classi prime COLLEGIO BIANCONI-  MONZA

NOTTE STELLATA SUL RODANO – VAN GOGH

In terrazza

INTRODUZIONE

L1. Chi sei Bartolomea? Ci dicono di te; ci dicono che la tua vita è stata LUMINOSA e che  il tuo modo di viverla può essere strada per noi …

L2. Sappiamo d’avere in comune con te questa età che si apre alla vita con la voglia di aggredirla, costruirla, cambiarla …, ma che altro c’è in comune tra noi e te? Tra noi, persone di un nuovo tempo, e te?

L3. Quale strada tu – giovane di questo piccolo paese, con le sue tradizioni ben protette – puoi indicare a noi, ora spalancati su un mondo molto diverso dal tuo?

L4. Quale strada puoi mostrare a noi che abbiamo appena iniziato la Scuola Superiore?

L5. Hai qualcosa da dire a noi, Bartolomea?

  1. Venite, ripercorrete con me il cammino che Dio, nella mia breve storia mi ha fatto fare. Rifate nell’anima vostra questa strada di Verità e di Amore, vedrete cosa di incancellabile c’è tra me e voi. Per me sarà ringraziamento; per voi insegnamento.

La scuola dalle clarisse 

 SONO UN DONO! 

Bartolomea nasce qui a Lovere il 13 gennaio 1807. Sua madre si chiama Caterina e il padre Modesto. Hanno un piccolo negozio che permette loro di vivere con un certo agio. Bartolomea conosce la gioia di avere numerosi fratelli  e sorelle che muoiono però ben presto di malattia.  In queste vie  gioca  insieme all’unica sorella che le rimane, Camilla, e a tanti amici che amano stare con lei per il carattere gioioso e aperto che la caratterizza. Percorrendo queste viuzze ha imparato anche a frequentare la chiesa di S. Giorgio dove era stata battezzata. Da qui è partita nel luglio del 1818, all’età di 11 anni, per frequentare l’educandato delle clarisse, dove ha la possibilità di studiare e coltivare la sua crescita. 

  1. E’ lo spazio per CONOSCERE se stessa, per capire chi vuole diventare… Vi rimane 6 anni, quattro come educanda e due come giovanissima educatrice. Ritornerà in famiglia, a 17 anni e mezzo, per l’insistenza della mamma – che desidera riaverla a casa – e con la sensazione che Dio la voglia altrove. Ascoltiamo dalle sue parole che cosa Bartolomea ha coperto di se stessa e del mondo, in quegli anni preziosi.

B. ‘Ho capito che Dio da sempre mi vuole un mondo di bene! Mi sono resa conto che Dio da tutta l’eternità ha per me, proprio per me, grande amore. Egli fin da allora aveva disegnato di crearmi dal niente, di formarmi con un corpo così eccellente, con un’anima così nobile, creata a sua immagine. Per mia abitazione ha creato il mondo così bello, vario e piacevole.Che merito ho avuto per nascere in un paese cristiano, da genitori buoni e così premurosi della mia salute? Che merito ho avuto per essere arricchita di memoria, intelletto, volontà, d’un discreto talento; che merito ho avuto per ricevere il dono della fede, …e  quella ottima educazione in cui ho imparato a conoscere Dio: che merito avevo io di ricevere tutto questo?

Libera traduzione del testo “Meditazione sull’Amore di Dio”

  • breve testimonianza

Riconosco CHE  SONO FATTO/A MOLTO BENE E CHE TUTTO NELLA MIA VITA E’ DONO DI DIO?: la salute, la capacità di capire, di imparare e di volere, l’amore ricevuto, la capacità di provare emozioni…di amare, i talenti personali, le persone che mi sono vicine?  Provo oggi a riconoscere  e a ringraziare: 

GRAZIE PER:

I MIEI GENITORI perché ……………………………………………………………………………………………………………………

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una cosa che so fare con facilità (è un tuo talento):

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una persona incontrata e divenuta significativa per me (perché?):

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Basilica di santa Maria in Valvendra

… QUANDO COMINCI AD APRIRE GLI OCCHI E IL CUORE,

NON PUOI PIÙ CHIUDERLI !

L’ambiente che accoglie Bartolomea all’uscita dall’educandato riflette i disagi materiali e morali causati dal dispotismo napoleonico, dalla successiva restaurazione austriaca e dai primi sintomi della rivoluzione industriale. Il 95% della popolazione di Lovere è analfabeta, il numero dei poveri e degli ammalati va ogni giorno crescendo, molte ragazze sono costrette al lavoro ancora in giovane età, o sono abbandonate ai pericoli dell’ignoranza e dell’ozio. 

  1. Erano anni veramente duri per noi. Avevo ancora impresse nell’anima le facce smagrite e spente che, quando ero bambina, bussavano alla nostra porta, nei tempi di una brutta carestia … Ora, giorno dopo giorno, scoprivo queste e altre miserie: ancora gente senza pane, malati lasciati senza neanche un poco di cura in case umide e malsane, giovani che buttavano la vita o che la riducevano a uno stupido gioco.

L1. Dunque, anche il tuo mondo non era tanto tranquillo!? Anche tra voi problemi e contraddizioni…  

  1. Oh, sì, molte! La storia dell’uomo porta sempre queste terribili ferite; spesso cambiano solo nome …

L2. E tu, Bartolomea, tu cosa hai fatto?

Ciò che mi faceva più pena era il vedere le ragazzine più giovani, ancora bambine esposte a perpetuare questa triste logica. Io ero solo una ragazza, ma avevo ricevuto istruzione ed educazione, avevo trovato chi s’era preso cura di me e mi aveva insegnato per cosa vale la pena spendere una vita. Io sapevo quanto bene questo faceva, e non potevo che desiderare che anche altre ne godessero, che anche per loro ci fossero possibilità nuove.

L3. Anche noi abbiamo spesso questo desiderio, ma poi … Poi tutto si ferma lì, perché non sai neanche da che parte cominciare.

  1. Io sono stata fortunata, se volete … Appena entrata in famiglia, i sacerdoti della parrocchia mi hanno proposto di aprire una piccola scuola, in casa mia; poi le cose si sono ampliate, e la scuola si è fatta numerosa, è nata l’esigenza di dare a queste bambine una formazione più completa: catechismo, preghiera, gioco… E così è nato questo oratorio. Poi, quando cominci ad aprire gli occhi e il cuore, non puoi più chiuderli … E allora si è trattato di far posto nella mia vita anche ai malati, all’ospedale, ai poveri, ai carcerati…

L4. E tu la chiami “fortuna” questa? Avrai pure avuto anche tu altri interessi, hobbies … Chi te la faceva fare una vita così?

Chi me la faceva fare?

Prima di lasciare le clarisse mi ero consegnata interamente a Dio; ero entusiasta di questa scelta, e volevo renderla vera nella concretezza di ogni giorno. Dio mi aveva fatto più volte comprendere e GUSTARE quanto fosse grande il suo amore verso di me, quanto con questo amore circondasse tutta la mia vita, instancabilmente. Mi aveva fatto cogliere che la mia stessa persona, le mie capacità erano amore suo e tutto questo era per me un irresistibile richiamo ad amare a mia volta. E ho capito che non potevo tenere solo per me tutto l’amore ricevuto. Ho capito che il senso della mia vita era imparare ad amare come Gesù!

Spiegazione del quadro

Santuario

Bartolomea e Vincenza  … Sante ! 

Tra le amiche di Bartolomea ce n’era una a Lovere con cui si era trovata a collaborare in varie iniziative: Caterina Gerosa.

Erano molto diverse: aveva 23 anni più di Bartolomea, era molto riservata, estremamente cauta nell’assumere iniziative, specie quando si trattava di condurle in prima persona. Entrambe portavano in cuore il desiderio di dare a Dio tutta la loro vita, servendo i  fratelli, soprattutto i più bisognosi … ma Caterina avrebbe voluto continuare a farlo con i suoi gesti nascosti. 

Bartolomea intuiva che  a Lovere c’era un bisogno sempre più urgente: di dare vita a una comunità di persone dedicate a Dio, capaci di rispondere con più concretezza e continuità ai tanti bisogni dei giovani, dei poveri, dei malati … Caterina comprendeva l’urgenza, ma non se la sentiva. Vedeva l’idea troppo grande, troppo impegnativa …. Dopo molte vicende, Caterina derì. Anche Bartolomea si sentiva inadeguata a quell’impresa, ma comprendevo che anche lo strumento più povero, nelle mani onnipotenti di Dio, poteva fare le cose più grandi. 

  1. Alcune date significative: Il 21 novembre 1832: fondazione dell’Istituto

Il 26 luglio 1833 a 26 anni di età Bartolomea muore.

Il 10 luglio 1867, dodici suore di Bartolomea e Vincenza sono arrivate al Collegio Bianconi di Monza per dedicarsi come loro all’educazione di molti ragazzi e giovani. Oggi 12 suore portano avanti, insieme a numerosi laici, la grande famiglia del Collegio Bianconi.

Il 18 maggio del 1950 queste due donne sono state proclamate SANTE. 

Preghiera personale: facciamo un momento di silenzio. Il silenzio non è una mancanza, non è un momento di vuoto, ma è il momento in cui noi possiamo fare memoria e ricordare tutto ciò che ci è accaduto oggi di bello e di interessante. Proviamo a fare silenzio per essere aperti al bello affinché entri nel nostro cuore e nella nostra vita.

Preghiamo per le intenzioni che ognuno di noi serba nel cuore e per quelle che adesso vogliamo condividere.

Preghiamo per tutti gli studenti del nostro Collegio

Preghiamo per noi studenti di prima liceo

Preghiamo per le suore di Maria Bambina sparse nel mondo

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Padre Nostro …