Miserabile offerta

La luce che Bartolomea riceve ed esprime con il voto di carità e che si precisa nel progetto fondazionale del Promemoria la conduce, infine, a scrivere quella che è stata definita “una pagina-vertice”, “la più alta confessione resa dalla Capitanio all’iniziativa di Dio”.
La stende nella notte tra il 20 e il 21 novembre 1832, vegliando in preghiera, nell’imminenza della fondazione dell’Istituto.
La passione per la carità operosa, che l’ha spinta a compiere quel passo, le domanda ora una totale spoliazione di sè, che è esperienza del Crocifisso, interiorizzazione del suo “morire per noi”: l’umiltà della croce.
Andrà, l’indomani, ad avviare l’Istituto povera di desideri propri, aspettandosi di ricevere ancora da Dio per quel nuovo giorno le indicazioni della sua volontà.

Il testo è ridotto e adattato alla lingua corrente.
(Il testo integrale è scaricabile in pdf).

Eccomi, amabilissimo Gesù, giunta finalmente al sospirato momento del mio sacrificio. Oggi per le mani di Maria ho la fortuna di consacrarmi interamente e irrevocabilmente alla tua gloria e al servizio dei miei prossimi.
In questa circostanza l’unico mio appoggio sei tu. Io mi conosco inabile, indegna, incapace di tutto, ma se tu vuoi puoi farmi anche operare prodigi. Io non so cosa andrò a fare; prometto soltanto che farò tutto ciò che mi verrà comandato da chi mi tiene il tuo posto, e lo farò con allegrezza, volentieri e con vero piacere.
Non ho più niente di mio, sono tutta tua, e tua in quella maniera che più a te piace. Mi prefiggo di non volere che te, la tua croce, la tua volontà e il bene dei prossimi.

Ti faccio dono della mia mamma; tu sai quanto l’ami e quanto mi costi lasciarla. Sii a lei di aiuto e di conforto.
Ti dono mia sorella, abbine cura speciale e fa’ di lei una gran santa.
Ti raccomando i miei parenti, ti consegno le mie amiche, ti prego per i miei benefattori; aiuta e salva tutti.
Ti rimetto in mano quelle poche sostanze che mi hai donate perchè siano impiegate a beneficio dei prossimi. Io sono sempre stata povera e d’ora innanzi sarò miserabilissima volentieri.

Ti prego però di assistermi con la tua grazia, di donarmi le virtù necessarie, di conservarmi sempre l’allegrezza del cuore, la confidenza in te, la diffidenza di me stessa e un santo coraggio in tutte le opere che riguardano la tua gloria.
Caro Gesù, ti raccomando la nostra casa; io spero grazie e aiuti grandi da te. Ti supplico di lasciarmi poco senza la tua compagnia, fa’ che si faccia la chiesina e, se un miracolo si richiede per essa, io te lo domando.
Ti domando anche un’altra compagna, ma che sia proprio secondo il tuo cuore.

Infine ti sacrifico tutto, non voglio più niente, farò e patirò tutto quello che ti piace, ma io in tutto mi unisco a te: opererò, penserò, parlerò, patirò e perfino respirerò con te.
Maria SS., alla tua preziosissima offerta unisco la mia miserabile; avvalorala con la tua protezione e con il tuo aiuto.
Caro san Luigi, proteggi il nostro Istituto, prega per me e per le mie compagne.

Bartolomea Capitanio
ci ha trasmesso la sua esperienza spirituale,
oltre che con la testimonianza di vita,
anche attraverso numerosi scritti,
che nel 1904 furono raccolti
per opera di Padre Luigi Mazza sj
e pubblicati in tre volumi:
Lettere,
Pratiche di pietà,
Note e pratiche di vita perfetta.

Tra questi, alcuni si distinguono
per il contenuto specificamente carismatico,
riflettendo in modo più illuminato e preciso
la sua intuizione circa
il progetto di vita e la fondazione dell’Istituto.