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di seguire perfettamente il nostro Divino Redentore mo-
rente in Croce. Dice S. Paolo che l’amore, omnia suffert,
omnia sustinet;tutte le cose penose abbraccia e soffre
l’amore. Non occorre mettere avanti ad un’anima amante
milioni di difficoltà, pene e tormenti; tutto sprezza, tutto
vince l’amore. Egli non sa cosa sia difficoltà, perché ope-
ra al di sopra del tempo, non sa cosa sia pena, dolore,
perché ama al disopra del senso. Dicasi ad un’anima che
arde d’amore: in questo giorno non vi è più tempo di far
tal cosa per la gloria di Dio? Ella subito risponde: La farò
di notte. Ma poi il riposare sapete che è necessario per
vivere in sanità. Ella di nuovo risponde: che dite di ripo-
so, che dite di sanità? Ah! Che la sola volontà di Dio è il
mio riposo. Di nuovo le si dice: Ma in questa rigida sta-
gione intirizzite di freddo. Che dite di freddo, che dite?
risponde, non sapete che il fuoco non ha bisogno di fuo-
co, l’ho dentro di me che mi riscalda ed abbrucia, perciò
non rifletto né a caldo, né a freddo, né a qualsiasi pena o
travaglio. L’amore non vede, non sente se non amore; e
poi le pene sono il mio trastullo, e mi serviranno di penne
per volarmi nel S. Cuore del mio sommo Bene. Adunque
non vi è che ritardarmi possa dal veloce corso di volar-
mene in Dio.
Le virtù morali, cioè l’umiltà, la pazienza, la
mansuetudine, il silenzio con altre simili virtù hanno da
essere esercitate nei loro atti fino alla morte. Ma perché
l’esercizio continuato e la fedeltà nel praticarle
fonda nell’animo l’abito di