Page 28 - SCRITTI 1830-1833
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pendo il mio temperamento, temono che per vergogna
non abbia a palesare i miei bisogni e quindi pregiudicar-
mi.
Un altro, potrei andare a Brescia insieme colla mia
cara Catterina Gerosa e con varie altre, che la settimana
ventura si porteranno colà, e di ciò parmi sarebbero con-
tenti anche io miei di casa, quantunque di ciò non abbia
loro fatto parola.
Essi poi avevano anche proposto di farmi fare tutte le se-
re un po’ di moto in sedia, ma io di ciò sento un po’ di
ripugnanza. Per non fallare mi appiglierò a quanto mi
suggerirà V.R. La prego anche della carità di dispensarmi
dal digiuno Sabbato prossimo. A mia quiete bisogna che
soggiunga, che temo assai che il mio amor proprio mi tra-
disca, facendomi conoscere malattia o bisogno di salute,
dove sia solamente poca voglia di far bene: quindi debbo
assicurarla che sento pochissimo male, e prego di conti-
nuo il Signore a farle conoscere la verità sul rapporto.
Forse V.R. sarà inquieta per la vicinanza delle SS.
Feste dall’una parte non sentendosi al grado di confessa-
re, dall’altra vedendone il bisogno. Mi sento spinta a dir-
le, che Iddio accetta il suo buon desiderio, e non vuole
l’opera, o al più, se si sentisse straordinariamente bene,
gradirà che confessi un’ora al più. Temo di parlarle per
superbia, ma non posso tacere perché ancora d’assai mi
rimorde la coscienza per l’ultima Missione; tanto più che
questo pensiero mi è venuto ai piedi dell’altar di Maria.
Si faccia grande coraggio; spero presto di vederla ricupe-
rata. Iddio l’aspetta