Page 11 - SCRITTI 1828-1829
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sto tutte le mie speranze, è ricco, è forte, è potente. Egli
m’ajuterà, mi sosterrà, sarà la mia forza ed io in Lui pie-
namente, dolcemente confido. – Oh! infelici circostanze
di questo tempo!… Oh! povero Gesù abbandonato dalla
maggior parte delle sue creature!… Che farem noi per
consolarlo?… Non altro che amore, amore. Facciamo ar-
dere nel nostro cuore questa bella fiamma, e poi stiamo
sicure che esso ci suggerirà i mezzi onde consolare
l’afflitto Gesù, onde medicare con balsami odorosi le sue
sacre ferite, onde giovare a tante anime che perdutamente
si abbandonano ai piaceri e bagordi di questo tempo. So-
prattutto preghiamo l’amabile Sposo di scaricare sopra di
noi la sua giusta collera, di farci soffrire ciò che vuole,
anche le pene dell’Inferno, per riparare a tante colpe; ma
che colle sue care creature non si mostri adirato, ma stia
in pace. Gesù ci assicura in questo tempo che ogni picco-
lo atto, sollievo, carità, usato al nostro prossimo, Egli lo
accetta a conforto delle sue piaghe. Ecco in breve il no-
stro esercizio di questo tempo, ecco il mondo di piacere
al nostro dolcissimo Sposo.
Ringrazio la cordialità della mia cara Giulia, nel
mostrarsi così volenterosa alle continue mie seccature;
mi voglio però prevalere della sua bontà, e quanto prima
le invierò il libretto nominato. Vero torto poi mi
fate col dire che farei un atto di negazione della mia vo-
lontà, venendo in casa vostra per qualche giorno;
v’assicuro che fra le cose corporali l’unica che mi conso-
lerebbe, e che di cuore desidero, è questa; ma presente-