Page 7 - SCRITTI 1830-1833
P. 7
433
____________________________________________
R.mo Tomini avea ciò detto ed asserito essere tale il pro-
getto ch’egli sa. Io per indolenza tardai a fare a Lei note
queste ragione; intanto prevalsero le istanze di alcune
Consorelle, come sa, e la detta Bazzini fu accettata. Ciò
dispiacque molto alla M. Maestra, ed io ne avea tutta la
colpa, e perché non avea parlato, e perché fui causa che
si facessero istanze per questa vedova; mentre io tenea
secreta una maritata di Breno che è la Guelfi; in conse-
guenza, se questa entrava, poteva aver luogo anche la
vedova. Per togliere ogni differenza e per acquietare an-
che la R.da Parpani, non trovandosi in paese V.R. in allo-
ra, semplicemente io scrissi la cosa al R.mo Tomini, da
cui ebbi la risposta che ora le inchiudo. Adesso dimando
il suo parere sul proposito, ma a tutto suo comodo; mi
basta solo d’averglielo accennato, acciocchè possa riflet-
tere al meglio per non far nascere freddezza nell’Unione,
e nemmeno alterare ciò ch’ella esige. Le decisioni ch’Ella
farà sul proposito, saranno da tutte eseguite, poiché tutto
ciò ch’io ho fatto, l’ho eseguito con segretezza, e nessuna
sa niente, eccetto la M. Maestra.
Esse decisioni non potranno fare nessuna impressione
(almeno io lo spero), poiché, se a Lei così piacerà, ver-
ranno indicate alle Consorelle nell’incontro che si darà
loro le Regole dell’U-nione, potendosi dire che ciò si e-
seguisce dietro il Regolamento di essa. Mi raccomandi a
Dio per carità.
Quel chiodo benedetto,
ma amarissimo, di vedermi sempre ad ogni momento in
procinto di perdere Iddio, quella mia superbia, che mi fa