Come ogni anno, l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado e per i bambini della scuola primaria dell’«istituto Margherita», è stato speciale per l’emozione dell’attesa e la gioia della festa imminente. Le restrizioni da Covid non hanno permesso i soliti abbracci, perciò ci siamo lasciati abbracciare dalla tenerezza di un Bambino che nasce per noi tra le acque agitate della storia.

Il mattino le classi si sono alternate per il momento di preghiera nella cappella dell’Istituto, dove ad accoglierli c’era il grande presepe costruito su un’arca. «Come ai tempi di Noè», Dio vuole stabilire la sua alleanza con noi, per custodire e preservare la nostra vita dal caos generale. Durante la riflessione ai bambini è stato chiesto di scrivere, su un cartoncino a forma di goccia d’acqua, la loro più grande paura, che poi ciascuno ha abbandonato alle acque del diluvio che sorreggono l’arca, chiedendo a Gesù di affrontarle insieme; le più frequenti sono state la paura di perdere i propri cari e la paura del buio. Successivamente si sono confrontati su quello che è importante per loro salvare sull’arca: un bambino ha detto il dinosauro dal quale non riesce a separarsi, un altro la sua famiglia, un altro la sua classe con la maestra… Non è mancato chi ha voluto salvare la gioia, l’allegria, la speranza, il vaccino per il Covid.

Infine, con la preghiera del Padre Nostro tutti si sono sentiti abbracciati dal Bambino che nasce anche quest’anno per abitare con noi questo momento particolare. Con i ragazzi della scuola secondaria la riflessione è stata incentrata sulla disponibilità ad accettare, con serenità, ciò che Dio chiede alla loro vita. Davanti all’altare erano stati posti tre grandi dadi e altri più piccoli; ogni ragazzo ne ha preso uno e su una faccia ha scritto l’ambito in cui vuole rimettersi in gioco (nello studio dopo un brutto voto, con un amico dopo un litigio, con i propri genitori dopo un momento di delusione e di rabbia…) in modo da vivere la nascita di Gesù Bambino come un nuovo inizio.

Infine i loro sguardi sono stati orientati verso l’arcobaleno di drappi che pendeva dalla tribuna della cappella: come la luce bianca è l’insieme dei colori così Gesù, manifestazione del volto del Padre, luce del mondo, riconcilia il cielo con la terra permettendoci di vivere tutti come figli di Dio.