Noi, suore della comunità di «Bartolomea Home», siamo state contagiate dalla carità creativa di suor Pauline Joseph T., coordinatrice della missione in Etiopia. Grazie alla fantasia della sua carità, abbiamo programmato di animare alcuni ragazzi e ragazze sudani che studiano all’università. Essi sono cattolici, ma poiché tutte le nostre celebrazioni liturgiche sono in lingua locale, frequentavano le chiese di altre confessioni, dove le funzioni sono in inglese. Dopo aver parlato del problema con il vescovo, ci è stato dato il permesso di far celebrare ogni sabato mattina nella nostra cappella la Messa in inglese per loro; insieme la prepariamo e la animiamo.

Ma un sabato erano presenti alla Messa solo quattro universitari, perché a una ragazza era morto il padre ed erano rimasti nell’ostello. Allora ci siamo organizzate per andarla a trovare dal momento che lei non poteva ritornare a casa sua per il funerale. Ma quando siamo arrivate presso l’albergo non ci hanno permesso di entrare. Così diciassette studenti e noi quattro suore ci siamo recati nella vicina caffetteria. Lì abbiamo letto la parola di Dio e, dopo una pausa di riflessione personale, l’abbiamo condivisa, abbiamo pregato per il defunto e abbiamo cercato di consolare la giovane. Tutti gli studenti sono rimasti sorpresi perché noi suore siamo andate a cercarli. La domenica successiva, solennità delle Palme, il loro numero in chiesa era decisamente aumentato. Siamo contente di essere attente ai segni del tempi e di andare nelle periferie per trovare e servire Cristo. Ringraziamo il Signore per questa occasione nuova di essere apostole della carità e di aver riportato circa venti giovani alla Chiesa cattolica.