Lovere: Convegno giovani

Dal 25 al 28 aprile si è svolto a Lovere il Convegno giovani,
preparato con passione ed entusiasmo dall’équipe per la carità,
accompagnati da suor Agnese Quadrio.
I giovani, provenienti da diverse parti d’Italia e anche dalla Romania,
sono stati aiutati a riflettere sull’ “essere e fare casa”; 
infatti il tema del convegno “@home” aveva proprio questo scopo. 
La rappresentazione in chiave moderna della storia di Pollicino,
le testimonianze toccanti di chi una casa non l’ha mai avuta,
di chi ha scelto di vivere in una roulotte per condividere tra i ROM il suo monistero sacerdotale,
di chi, a causa di una grave malformazione fidica, ha dovuto riappropriarsi del proprio corpo come casa,
hanno dato l’input al tema del Convegno.
La presenza di tanti testimoni, che hanno fatto della loro casa luogo di accoglienza e di vita condivisa,
i canti, i dialoghi fraterni e i laboratori espressivi hanno permesso di vivere queste giornate nella fraternità
e nella gioia dello stare insieme.
Condividiamo con voi qualche parola,
dalle risonanze che in questi giorni sono arrivate a noi dell’équipe
da parte degli giovani partecipanti
e ancora vi  chiediamo: sosteneteci con il dono della vostra preghiera e del vostro affetto.
 
Gli abbracci: sono stati tanti, belli, sinceri, profondi.
È passata Vita nello scambio di poche parole, nell’incontrarsi: un breve saluto, ricordarsi un nome…
Tengo nel cuore il dono dell’Incontro, che – come si diceva – è “l’anticipo di quella Comunione per la quale siamo fatti da sempre”.  –  Sim

 

Per poter essere casa con noi stessi, con gli altri e con il mondo, guardiamo con occhi nuovi,
capaci di andare oltre il pregiudizio per cogliere la persona;
impegniamoci ad ascoltare autenticamente il nostro prossimo. –  Giovanni

 

Avevo una diga nel cuore che mi impediva di far sgorgare il mio fiume d’amore.
Le persone, gli abbracci, le parole, gli sguardi, le lacrime, le risate, i silenzi, i canti hanno distrutto questa diga facendo sgorgare questo fiume…
Soprattutto questo messaggio mi porterò sempre dentro: “Non dobbiamo più sopravvivere alla vita, ma dobbiamo vivere la vita al 100%”.   –  Caterina

 

Sulla mappa del mio cammino, disegnata dai passi che sto percorrendo,
ho aggiunto questa nuova tappa che ha il suono di una preghiera cantata senza stonature,
il gusto di una danza ballata con energia, il gesto delicato che accompagna un racconto,
il profumo fragrante di una casa accogliente e la vista di tanti piedi in cammino.
Casa sono io: sono fatta come una casa e c’è un desiderio profondo di casa scritto in ciascuno di noi;
il mio corpo è il “tempio di Dio”: sono abitata da un mistero profondo; le relazioni che vivo sono casa:
sono nata per aspirare a relazioni di bene e puntare all’infinito anche nei rapporti che costruisco.
Casa è costruire con impegno e pazienza: una casa non può essere solo un edificio di mattoni in cui trascorrere il nostro tempo,
ma uno spazio dove poter ascoltare, accogliere, accompagnare, incontrare, abbracciare e amare.
Casa è spalancarsi al mondo: ogni volta che ascolto le testimonianze di famiglie che hanno nutrito un desiderio profondo
di aprirsi alla vita e al mondo in totale fiducia sento un brivido forte e gli occhi mi brillano.
Vedo in quelle scelte di vita tanta bellezza e penso che anch’io per la mia vita vorrei nutrire un sogno grande così. –  Miriam

 

Momento toccante e unificante è stata la veglia di preghiera nella chiesa parrocchiale di Corti:
l’Eucaristia era al centro di una casa illuminata da tanti ceri,
a ricordare che Gesù è il centro
da cui partire e la pietra su cui ‘costruire per essere casa aperta’.  –  Équipe della carità
 
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