tra le case

Tutti apparteniamo alla grande famiglia di Dio, nella quale ogni nucleo familiare è un’opera d’amore unica. In un tempo di crisi della fedeltà  coniugale, come il nostro, accompagnare le coppie insieme ai loro figli,   per sostenerle e incoraggiarle nel loro cammino di vita familiare, è non solo un servizio prezioso, ma  una cura necessaria contro ogni forma di minaccia alle relazioni autentiche.

Sono riconocente a Dio per  la grazia di vivere la vacanza con le famiglie   radunate, insieme a suor Agnese Quadrio, per la settimana estiva di fraternità e di formazione, che fa parte  di un percorso per aiutarsi e sostenersi nella loro vocazione a essere famiglie cristiane nella Chiesa, a servizio dei fratelli. Quest’ anno  l’incontro  ha avuto luogo  nella “Casa Alpina Maria Nivis” a Torgnon, Valle d’Aosta,  in due settimane, per due gruppi diversi.  Personalmente ho participato alla seconda settimana, dal 12 al 19 agosto 2018;    eravamo   84 persone, di cui 70   coppie  con i   figli,  un sacerdote della diocesi di Lodi, don Carlo, 7 educatori e   due suore.

Il gruppo era diviso per età: ragazzi superiori ai 10 anni,  denominati i “camminatori”,  che hanno compiuto l’itinerario di S. Francesco d’Assisi insieme ai loro educatori;  i bambini, tra  7 e 10 anni, erano  guidati a esplorare e  a conoscere la realtà tramite  giochi e cartoni animati. I   più piccoli venivano curati dalle educatrici così da lasciare liberi i  genitori di impegnarsi nell’ ascolto e nelle riflessioni sulla  relazione di  suor Agnese circa ‘l’arte di ricominciare’,   a partire dal libro di don Fabio Rossi.

Alcune testimonianze  

Trascorrere una vacanza comunitaria è un esperienza intensa e unica; un dono grande di una bellezza e profondità che travolge e trasforma. E’ come ricevere un abbraccio inaspettato che ci apre e riempie il cuore di gioia;  un tempo dove poter sperimentare la vera fratellanza e unità senza muri né pregiudizi. Si intuisce quale sia il vero desiderio dell’ uomo: vivere per amare e sentirsi amato e essere ‘unico’ agli occhi di Dio.

Questa esperienza apre all’ ascolto e all’ accoglienza del diverso: scopriamo di far parte di una famiglia più grande; scopriamo che il Signore, nostro Padre, ci offre  l’opportunità di maturare e di uscire da noi stessi e che la vita va vissuta in pienezza, soprattutto, per il prossimo.

E’ una crescita continua nella consapevolezza  del dono grande che è la vita.

 Marzia Micozzi

 

Ecco un’altra estate; sul piazzale della  casa che ci ospita riconosco volti  noti  e ritrovati, e volti nuovi   da scoprire.Vivremo una settimana di vacanza-formazione con altre famiglie,  una rete che si è formata diversi anni fa e che continua,  camminando insieme, crescendo… perché insieme ci si sostiene, perché insieme tutto è più facile.

Riconosco un grande valore  nella diversità e nella capacità di accoglierci così come  siamo, al punto in cui ci troviamo. Questa esperienza mi conferma che Dio ci incontra nel volto di chi ci mette sul cammino: è sempre attraverso una relazione di amicizia che viene voglia di mettersi in moto.

E’un tempo ritrovato di condivisione e di gioco con i nostri figli, un’esperienza che parla loro più di mille parole.

Marzia e Renzo

 

Per la nostra famiglia, numerosa e un po’ “ammaccata” dalle tante sfide che un intero anno porta con sé, l’esperienza di Torgnon è stata un ritornare alla fonte per dissetarci di acqua pura, necessaria alla nostra vita. Quella stessa acqua che  Cristo offrì alla Samaritana, noi l’abbiamo ritrovata nella Parola che ha accompagnato quei giorni, negli incontri belli con tante famiglie, nei gesti di condivisione e di servizio, che hanno dato un senso pieno al nostro stare insieme.

Io e mio marito portavamo nel cuore un estremo bisogno di ricominciare, di tornare   all’origine (del nostro amore, della nostra famiglia e, anche, della nostra fede); portavamo pure dei dubbi rispetto alla possibilità di vivere serenamente l’esperienza, coniugandola con i bisogni un po’ speciali dei nostri figli ( dei quattro  due sono sordomuti), ma sicuramente hanno avuto la meglio la speranza e la fiducia in quell’invito di Chiara, di suor Agnese, di Alfredo, che abbiamo riconosciuto come invito di Gesù stesso.

“L’arte di ricominciare” è proprio ciò che ognuno di noi, continuamente  nella propria storia, deve apprendere. Pensando alla mia esperienza di madre “a tempo pieno”, riconosco nei miei figli i principali maestri di questo insegnamento, poiché è vivendo con loro e per loro che emergono le mie fragilità, le ferite, come pure le aspirazioni più grandi e la sete, una grandissima sete, di vivere tutto in Cristo.

Potremo anche vivere momenti di oscurità e di solitudine, ma non c’è nulla della nostra vita che non possa essere riempito, sanato, trasformato dalla misericordia di nostro Signore per noi.

Quella settimana per me è stata davvero importante per rimettere le priorità di coppia al posto giusto, come base alle importanti scelte future che attende la nostra famiglia, per ritornare a costruire un dialogo più sereno e maturo  nell’amore;  un tempo che, per noi singolarmente, ma anche come coppia di sposi e  come famiglia, certamente ha giovato a ognuno.

Grati al Signore per il dono di questo tempo di grazia tra le montagne della Val d’Aosta, portiamo nel cuore quanto ascoltato e vissuto, insieme alle persone che ci hanno fraternamente accolti e accompagnati, nella ferma intenzione di voler continuare a camminare insieme, come veri fratelli e sorelle nella fede.

Manuela

 

Abbiamo trascorso, in un contesto naturale per la cui bellezza e tranquillità già era spontaneo ringraziare Dio, una settimana viva e intensa, mai noiosa, durante la quale abbiamo ritrovato il nostro centro, attratti  dall’amore tangibile del Padre e dalla profonda comunione creatasi.

Tra tutte, questa bella notizia: Dio vuole la nostra gioia, ma perché la si possa assaporare appieno, l’unica strada autentica è quella di farci guidare dalla sua Parola, concretamente calata nell’ esperienza quotidiana di figli, sposi, genitori. E per gustare questa gioia, non dobbiamo lasciarci prendere dagli eccessi, dalle ubriacature; il senso della misura deve appartenerci e il limite diventare la nostra libertà.

E’ stata una settimana serena per lo spirito, di vera gioia, provata e trovata in ogni persona incontrata, nelle condivisioni, sempre libere, nella preghiera e nella Messa, appuntamento quotidiano e desiderata, una settimana capace di riscaldare la nostra, a volte, tiepida fede.

 

Flavio e Clara

La vacanza insieme alle famiglie non solo mi ha arricchita, ma vedere le coppie impegnarsi nell’approfondire il tema  proposto entrando in dialogo tra loro,  cercando chiarificazioni su punti  oscuri,   trovando il tempo per riflettere e pregare dopo un ascolto assiduo, mi ha colpita tanto, perché è stato per me il segno del loro impegno per la vita, per la loro famiglia, e   anche della loro riconoscenza verso Dio, come afferma  papa Francesco: “…  esse sono  segno eloquente della bellezza del sogno di Dio per l’intera famiglia umana”. Queste famiglie che hanno fatto una scelta  di vacanza così  particolare – durante la quale  fare spazio  ad altre famiglie con  caratteristiche proprie   e  inevitabili  differenze  richiedeva  qualche volta di essere disponibili a rinunciare ai propri interessi –   a mio avviso, stanno partecipando  realmente al “sogno di Dio” che “è l’unità, l’armonia e la pace nelle famiglie e nel mondo”, per “fare del mondo una casa, dove nessuno sia solo, nessuno sia non voluto, nessuno sia escluso”.

Nel  contesto attuale, dove la famiglia è minaccia dall’ infedeltà, dalla violenza e dal divorzio, iniziative, come questa, sono veramente occasioni preziose di crescita per le famiglie, anche se sembrano una goccia nel mare, come dice s.  Teresa di  Calcutta: “Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe”. Allo stesso tempo, la risposta entusiasta e perseverante di queste famiglie a  simile  impegno è un segno di speranza che Dio continua a lavorare,  sia pure silenziosamente, per attuare il suo regno d’amore.

 suor Angeline Chinnappadason