Abbiamo avuto la ‘grazia’ di collaborare a un evento straordinario per il quale eravamo state contattate dall’ambasciata del Belize presso la Santa Sede, nella persona del signor H. E. Nunzio Alfred D’Angieri con il figlio trentenne Stefano, incaricato d’Affari presso l’ambasciata e che ne ha curato l’organizzazione nei minimi particolari.

In occasione del 37° anno di indipendenza del Belize (America Centrale) avvenuta il 21 settembre 1981, al giovane Stefano era venuta l’idea di festeggiare l’anniversario, non con i soliti ricevimenti che interessano solo gli ambasciatori, ma organizzando una cena per i poveri con servizio-mensa fatto dagli ambasciatori e da altri ospiti invitati. La manifestazione ha avuto inizio verso le ore 14.30 con l’arrivo nella nostra cappella – «istituto Maria ss. Bambina» – delle reliquie di san Pio da Pietrelcina direttamente da San Giovanni Rotondo, accompagnate da due frati cappuccini. Dopo l’esposizione al centro dell’altare della reliquia contenente il cuore del Santo, venivano posti, a sinistra dell’altare, un panno di cotone insanguinato con il quale padre Pio copriva la ferita del costato e, alla destra, una camicia con una larga macchia di sangue sulla spalla destra, il peso della ‘croce’ che il santo sentiva di portare ogni giorno.

Dopo una breve presentazione della vita del Santo e delle reliquie, fatta da padre Giovanni, le persone che si alternavano in chiesa hanno avuto il tempo per la preghiera e la contemplazione personale fino alle 18.30 circa. Da quell’ora in poi hanno fatto ingresso molti poveri che, invitati dall’Ufficio dell’Elemosineria del Santo Padre, dalle suore di madre Teresa e dalla comunità di S. Egidio, hanno letteralmente gremito la cappella. Dopo un saluto di accoglienza da parte dell’ambasciatore del Belize, dal figlio Stefano, da un rappresentante della chiesa Ortodossa e da un Imam, si sono susseguiti alcuni canti eseguiti da un gruppo gospel, e alle ore 20.00 gli ospiti sono passati nelle sale dove erano stati preparati 196 posti a sedere (ma i poveri erano 220). Una trentina di persone tra ambasciatori e religiosi di varie confessioni, con un bel grembiule cinto ai fianchi, hanno servito la cena dall’antipasto al dolce. I cibi sono stati preparati dai nostri cuochi della «Pellegrini» e da altri quattro, giovani chef in ristoranti famosi romani, che si sono offerti per cucinare.

Per la nostra comunità, che ha offerto gli ambienti e aiutato in svariati modi, è stata una grande emozione per la vicinanza diretta con le reliquie del Santo e per la grande soddisfazione colta nelle persone più sole e bisognose, servite da chi è più fortunato.