Lovere – Santuario

In onore delle sante BARTOLOMEA CAPITANIO e VINCENZA GEROSA
Il tempio fu progettato dall’ing. mons. Spirito M. Chiapetta (1868 – 1948), presidente della Commissione pontificia per l’arte sacra, e venne consacrato da mons. Giacinto Tredici, vescovo di Brescia, il 1° ottobre 1938.
Mosaici, affreschi e sculture furono eseguiti dagli artisti Arzuffi, Grondona, Marigliani, Manzoni, Pirovano e da altri della scuola Taragni di Redono (BG) e dell’istituto Pavoniano Artigianelli di Monza.
E’ dedicato a Cristo, Re dei vergini, in onore della sante Bartolomea Capitanio, fondatrice dell’Istituto delle Suore di Carità, e Vincenza Gerosa, continuatrice dell’opera, entrambe canonizzate da Pio XII nel 1950.
Nel suo complesso architettonico, scultoreo, pittorico il tempio esalta il valore della verginità consacrata, segno del mistero della nuzialità della Chiesa.
I mosaici e i simboli dell’ingresso richiamano le beatitudini evangeliche e le opere di misericordia, la vita nuova portata da Gesù.
Sono le prime note del messaggio che il tempio comunica.
Chiudono il corteo, sulla pala dell’abside centrale, le due Sante loveresi che vengono incoronate da Cristo, Re dei vergini, per la festa eterna del convito nuziale.
I due miracoli affrescati ai lati dell’altare richiamano l’Eucarestia, sorgente e forza della fedeltà a Cristo e del dono di sé ai fratelli.
Le vetrate dell’ambulacro e dei matronei riproducono i santi patroni delle province religiose dell’Istituto, nelle quali l’impulso apostolico proprio delle origini si è trasmesso e ha fruttificato.
La verginità consacrata rende partecipi della passione di Gesù Redentore per l’umanità attraverso le opere di misericordia. E’ perciò sorgente di fecondità spirituale nel mondo.
L’iconografia prende avvio e ispirazione dalla parabola delle dieci vergini, raffigurata a mosaico sulle quattro colonne che sostengono le volte a crociera.
E’ l’invito a vigilare alimentando la lampada della fede e della speranza.
La costruzione, di stilegotico-lombardo, è innestata nel “Conventino”, casa madre dell’Istituto.
L’interno è a pianta quadrata con tre navate.
Vi è inglobata l’antica cappella, che costituisce l’atrio di accesso dal “Conventino”.
Il tema della verginità scelta per il Regno raccoglie in unità la molteplicità degli elementi e delle forme espressive.
Alcuni particolari si riferiscono a Maria, la Regina delle vergini.
Sulle pareti laterali si snodano due lunghe teorie di vergini e di martiri che recano in mano i simboli della loro fedeltà a Cristo.
Sante Bartolomea e Vincenza, vissute di perfetto amore di Dio, da cui traeste quel sublime amore del prossimo che vi fece apostole della carità, otteneteci dal vostro Sposo crocifisso la chiara intelligenza del Vangelo, la forza di praticarne gli insegnamenti, la dedizione generosa a ogni opera di bene.